S. P. Garufi Tanteri, “La Sicilia immobile e isterica di Vitaliano Brancati”: velleitarismo e accidia di gente mai cresciuta, frutto avvelenato del suo matriarcato

S. P. Garufi Tanteri, “La Sicilia immobile e isterica di Vitaliano Brancati”: velleitarismo e accidia di gente mai cresciuta, frutto avvelenato del suo matriarcato

Avendo vissuto buona parte della mia vita negli stessi luoghi del giovane Brancati, probabilmente annoiato come lui – o, più probabilmente, gregario rispetto al particolare bullismo che vi imperversa – non addebiterei al fascismo questo suo culto della forza fisica. Una lunga abitudine alla sconfitta ed al servaggio, infatti, ci ha resi più ammiratori della forza che forti. Come tutti i Sancio Panza siamo le scimmie dei don Chisciotte del Potere: ne copiamo i modi senza capirne i contenuti

Un sonetto di un diciassettenne Vitaliano Brancati (aggiustato nella metrica da Salvatore Paolo Garufi Tanteri, perché arrivato fino a noi nella sgangherata trascrizione del canonico don Mario Ventura, improvvisatosi storico locale.

Autunno

(nella valle di Lordiero)

Dentro il sommesso gemito dell’onda

si chiude un sogno musicale e lento,

brilla il cielo lontano tra fronda e fronda

vago di non so quale incantamento.

Più roco canta dentro la profonda

selva di pini e di cipressi il vento,

cade silente qualche foglia bionda.

Tutto muor con tenue lamento

su le siepi serrate ad oriente

sboccia la Luna. Simile ad un altare

levasi un poggio verde, vagamente

canta sui colli l’autunno e il mare

riproduce il miracolo del cielo

dove l’oro incomincia a dileguare.[1]


[1] Sonetti a Militello, in Don Mario Ventura, Antologia militellana, La Nuovagrafica, Catania, 1979, pp. 7/8.

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Pubblicato da terrazze Studio Garufi&Garufi

Salvatore Paolo (detto Rocambole) Garufi ha insegnato Lettere, Storia dell0Arte, Storia e Filosofia nelle scuole statali del Piemonte, della Liguria, della Campania e della Sicilia. Ha scritto opere di narrativa e teatrali ed è autore di monografie su Vitaliano Brancati, George Orwell, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, Giuseppe Barone, Filippo Paladini e Enrico Guarneri (Litterio).

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