Giuseppe Giacosa (1847 – 1906), maestro del verismo piemontese e valdostano, fu autore di una celebre piece, “Una partita a scacchi”, riportata in scena in occasione del Carnevale di Verrès

Giuseppe Giacosa (1847 – 1906), maestro del verismo piemontese e valdostano, fu autore di una celebre piece, “Una partita a scacchi”, riportata in scena in occasione del Carnevale di Verrès

Opera teatrale del narratore e drammaturgo G. Giacosa (1847-1906). In versi martelliani e in un atto, composta nel 1871 e rappresentata a Napoli il 30 aprile 1873, è tratta da un episodio “grivois” del cantare cavalleresco Huon de Bordeaux (sec. XIII), scambiato dal Giocosa per una romanza provenzale.

Una partita a scacchi è un’opera teatrale in versi scritta da Giuseppe Giacosa, drammaturgo, scrittore e librettista italiano nato a Colleretto Parella, nella valle d’Ivrea, nel 1847.
La commedia fu rappresentata per la prima volta all’Accademia Filarmonica di Napoli nel 1873.
L’azione si svolge nel maniero di Renato, in una valle delle Alpi piemontesi nel XlV secolo.
ll castellano vorrebbe che sua figlia Iolanda, ormai in età da marito, si decidesse a sposarsi.
Un giorno, Oliviero, il conte di Fombrone, giunge al castello a fare visita all’amico, accompagnato da un giovane paggio, Fernando, un orfano che ha salvato il conte Oliviero dall’assalto di una banda di furfanti.
Fernando, giovane, bello e valoroso, si vanta agli occhi del conte Renato, delle sue imprese e soprattutto della sua abilità nel gioco degli scacchi.
Questi, piccato, lo prende in parola e lo invita a misurarsi nel gioco, contro la sua adorata figliola Jolanda, che più volte si è dimostrata imbattibile.
La condizione è la seguente: se Fernando vincerà sposerà Iolanda, mentre se perderà la sua pena sarà la morte.
Il paggio accetta la sfida. Tuttavia, durante la partita i due giovani si innamorano e alla fine è Iolanda stessa a darsi scacco matto per agevolare Fernando, che si trova in difficoltà.
Il conte Renato non può che arrendersi di fronte alla bravura del paggio
e alle parole della figlia: “M’offrivate uno sposo e Lo scegliemmo in due”.
La bravura degli interpreti e lo scenario austero del Castello sono tali da conferire notevole suggestione a questo atto unico.
Così la fiaba in versi, come la definisce l’autore stesso, trova spazio proprio tra le mura di un Castello intrise di sapore e atmosfera medioevale, magistralmente ricreati in occasione del Carnevale.

La partita a scacchi è quella giocata in un castello del XIV secolo tra il bel paggio Fernando e Iolanda, figlia del nobile Renato e abilissima nel gioco degli scacchi, ma ignara della scommessa stretta tra il proprio padre e Fernando: se vincerà questi, lei gli andrà in sposa, mentre se vincerà la giovane, lui dovrà morire. Durante la partita Iolanda s’innamora del paggio e lo lascia vincere, ottenendolo così per marito, per la gioia del proprio padre pentitosi nel frattempo dell’eccessiva posta in gioco nel caso fosse stato Fernando a perdere.

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Pubblicato da terrazze Studio Garufi&Garufi

Salvatore Paolo (detto Rocambole) Garufi ha insegnato Lettere, Storia dell0Arte, Storia e Filosofia nelle scuole statali del Piemonte, della Liguria, della Campania e della Sicilia. Ha scritto opere di narrativa e teatrali ed è autore di monografie su Vitaliano Brancati, George Orwell, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, Giuseppe Barone, Filippo Paladini e Enrico Guarneri (Litterio).

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