Pietro Carrera (sec. XVII), “Notizia di Milirtello del Val di Noto

Pietro Carrera (sec. XVII), “Notizia di Milirtello del Val di Noto

Pietro Carrera

Notizia di Militello del Val di Noto

Il manoscritto si trova presso la “Sezione del Libro e delle Carte” del Museo “Sebastiano Guzzone” di Militello. Nell’ultima pagina, a imitazione di un timbro, v’è segnato: “Bibl. Franca Arcasatta / Raffaele Posdomani / – Roma – 1953.

(…)

Sappiasi che il Comune della Terra da ciascheduno ha il nome d’Università, tale ancora si scrive ne’ contratti, lettere, ed altre scritture. Vi aggiungo, che da 300 an. Addietro ora chiamasi col med.° nome di Università, con il quale parim. negli stessi tempi era detta la Città di Palermo, e di Messina.

Quanto all’ecclesiastico il vicario che rappresenta la persona del vescovo in ogni funzione tiene il primo luogo di precedenza, il beneficiato di S. Nicolò, il 2°, quello di S. Maria il 3°. Li sacerdoti anziani per consuetudine antica precedono li sacerdoti dottori meno antichi. Il beneficiato di S. Nicolò precede quello di S. Maria, come è detto, in tutte le chiese, eccentuata quella di S. Maria della Stella e di S. Pietro, nelle quali il beneficiato di S. Maria ha la precedenza. Il beneficiato di S. Nicolò nella mattina della solennità del Corpo di Cristo Sig.r nostro ha prerogativa di cantar la Messa in S. Maria. All’incontro il beneficiato di S. Maria nella compieta del sud.o giorno tocca di far l’Ufficio in S. Nicolò in Militello, il beneficio è l’istesso, che altrove l’arciprete o paroco(sic).

Nel dì dell’Assunzione del Sig.re tutto il clero concorre alla celebrazione della Messa cantata. La qual solennità si fa alternativamente un anno in S. Nicolò, l’altro in S. Maria, tocca a S. Nicolò quell’anno del millesimo che ha il numero disparo come nell’anno 1633. L’anno che ha il n.ro pari, come il seguente 1634, perviene a S. Maria. Nel g.rno di S. Marco la processione va in S. Maria, però la limosina, la quale si raccoglie da quei che sono presenti si distribuisce tra le persone del clero. Nella quaresima il predicatore ha obligo(sic) di predicare in S. Maria per tutti li sabbati(sic), e nella seconda, e quarta settimana; bensì alcuni anni per accordo si da la predica a S. M.a la prima, e la seconda settimana continuatamene, nel resto si predica in S. Nicolò. La predica dell’Annunciata in qualunque settimana sortisca appartiene alla chiesa dell’Annunciata, che è de’ Padri Paulini. Così ancora nel g.rno di San Benedetto si predica nella Chiesa d’esso Santo. La predicazione delle Bolle della S. Cruciata in qualunque settimana accada per tre giorni si fa in S. Nicolò. La prima processione delle Rogazioni, la quali si fa nel lunedì, va alla chiesa di S. Pietro, dove si canta la messa. La 2° che è nel martedì s’indrizza alla chiesa di S. Giovanni, ed ivi si canta la Messa. La 3° che è nel mercordì si termina in S. Antonio Abbate(sic), ove parimenti si celebra la Messa cantata. Nella mattina della domenica delle Palme la Processione va in S. Antonio, ma non entra nella Chiesa, perciocché si acconcia un altare nel piano d’avanti la porta di mezzogiorno, ed ivi si dicono l’antifone in versetti, e l’orazione del Santo. Indi s’ordina la processione pella strada, che volta la Chiesa di S. Pietro, della parte di ponente, e se ne ritorna verso la Madre Chiesa, però essendo nel mezzo della piazza il Clero, ed i Parrocchiani di S. Nicolò tirano per la Madre Chiesa, il Clero ed i Parrocchiani di S. M.a scendono alla lor Chiesa laonde in ciascheduna di esse Parochie(sic) si canta la Messa con il Passio.

Non sarà fuori del nostro proposito se toccaremo alcuni casi tralasciati, e scordati, li quali furono in vigore in tempo di Carlo Barresi Sig.r della Terra, di Vincenzo suo figlio, e nel principio della Signoria di Catarina. Solevano li nostri allo spesso fare rappresentazione dell’Atto della Passione di Cristo, ciò si facea nel Piano di S. M.a della Stella, e durava p. tre giorni, il componimento era disposto in versi di lingua siciliana. Di più li Rettori delle Confraternite maritavano una, o più povere Donzelle, indi nella Festa della Chiesa si celebravano li balli nella strada pubblica, o piano d’avanti essa Chiesa, radunandovisi tutto il Popolo; poiché(sic) vi ballava l’istessa sposa, li parenti delli Rettori, e le più belle donne della Terra, delle quali riguardevole p. singolar bellezza Militello n’è doviziosa. Questo uso durò insino al mio tempo.

Nella sera della vigilia di S. Antonio Abb.e, di S. Paolo, cioè della conversione di lui, di S. Leonardo, di S. Sebastiano, nelle lor Chiese vi era tanta frequenza di Uomini, e di Donne che tutta la notte si vedeano piene: cantavano canzoni, e lodi spirituali, seguendone ancora diversi silenzi, e giuochi; e poiché stassero agiatam.e quelle lunghe notti d’inverno, v’eran condotte varie conche d’acceso carbone; inoltre li Rettori a comando del Popolo avevano lastricato di tavole il suolo della Chiesa. Li Confrati di S. Antonino invidiando questa solennità notturna poiché nella vigilia di S. Ant.o di Padova, che è a 12 giugno tempo caldo, e notte breve non si facea tale adunanza introdussero la festa di S. Blasi, e copersero ancora il pavimento di conficate(sic) tavole per godere di simil festa di queste adunanze Io ne ho memoria, ma la lasciarono, quando jo era Giovanotto.

Raccontano li Vecchi, che le Monache dell’Uno, e l’altro Monastero conversavano indifferentam.e con ogni sorte(sic) d’Uomini.

Pure ne appartiene di far menzione, che in Palagonia, Terra vicina di Militello pella distanza di quattro miglia, facendosi la Festa di S. Profitta ogni martedì secondo g.no doppo(sic) Pasqua di Resurrezione, li Giovani Militellesi a tempo de’ nostri Padri, ed anco al nostro andavano sovente alla festa armati di Spada e Borchiero, non p. devozione, ma per mostrarsi guerrieri, e rumoreggianti, laonde quasi ognuno di continuo commettevano brighe notabili, ritornandosene feriti assai; ed avendone anche feriti molti. Talvolta il disordine arrivò a grandis.mo eccesso, ne si potte rimediare a tali errori. Vi andavano pure parecchi di Mineo, ed jo sendo fanciullo ricordomi che ogni martedì la sera doppo(sic) Pasqua, il popolo di Militello usciva fuori nel piano dell’Annunziata, per vedere coloro, li quali tornavano feriti da Palagonia. Oggi questa insolenza è cessata in parte.

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Pubblicato da terrazze Studio Garufi&Garufi

Salvatore Paolo (detto Rocambole) Garufi ha insegnato Lettere, Storia dell0Arte, Storia e Filosofia nelle scuole statali del Piemonte, della Liguria, della Campania e della Sicilia. Ha scritto opere di narrativa e teatrali ed è autore di monografie su Vitaliano Brancati, George Orwell, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, Giuseppe Barone, Filippo Paladini e Enrico Guarneri (Litterio).

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