Don Giovanni d’Austria e il fratellastro don Carlos

Don Giovanni d’Austria e il fratellastro don Carlos


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CARLOS, don

Angela Valente

, Don Carlos, principe delle Asturie, nacque a Valladolid l’8 luglio 1545 e morì a Madrid il 24 luglio 1568. D. Carlos deve la sua larga notorietà all’arte, che intorno al capo di lui formò un’aureola, non meritata, di martirio e di eroismo.

Nato a Filippo II, allora sedicenne, da Maria di Portogallo, che morì quattro giorni dopo il parto, C., fisicamente debole, crebbe strano, fantastico, insofferente di ogni disciplina, facile a simpatie eccessive e ingiustificate e a fiere antipatie, capace di compiere atti d’inumana crudeltà, come di donare senza misura e senza ragione. Più che antipatia nutriva odio per suo padre che era così tenace e inflessibile tutore dell’ordine e dell’etichetta Nell’aprile del ’62, a causa d’una caduta per le scale del palazzo di Alcalá di Henares stette presso a morire; mal guarito, divenne più strano e violento di prima. Minacciò di morte il duca d’Alba, fece una violenta scenata alle Cortes di Castiglia, si comportò da dissennato nel Consiglio reale (1564). Architettò poi un suo impossibile progetto di fuga in Italia o in Fiandra, del quale mise a parte don Giovanni d’Austria, che lo rivelò al re. Nel febbraio del ’68 C. fu racchiuso in una torre, in severissima prigionia, le ragioni della quale non sono ancora oggi del tutto accertate. Il Bibl dallo studio delle carte di Vienna ritiene debbano ricercarsi nelle simpatie di C. per i protestanti e per i ribelli dei Paesi Bassi; ma le accuse di ribellione e di eresia smentì Filippo II nella sua lettera del 9 maggio del ’68 a papa Pio V, affermando solo che iI figliolo “aveva difetti tali che avevano reso necessaria la carcerazione per meditare lungamente sui mezzi da adottare”. La morte di C. avvenne, secondo il Gachard, per eccessi di ogni sorta, nel bere, nel mangiare, nello stendersi febbricitante su sbarre di ghiaccio: eccessi ai quali il principe si sarebbe abbandonato per finirla con la vita divenutagli impossibile.

Sulla sua morte sorsero subito sospetti; e Guglielmo d’Orange nell’Apologia (1581) e Antonio Perez nelle Relaciones accusarono, primi, Filippo II di aver fatto assassinare il figlio. Altre accuse, assolutamente calunniose, venivano frattanto lanciate contro Filippo II per la morte avvenuta il 3 ottobre dello stesso anno ’68 della regina Isabella. La leggenda finì col fondere le due imputazioni, e col trovar nella gelosia di Filippo per don Carlos, amatore d’Isabella, la causa delle due morti immature. Non altro fondamento vi è alla leggenda che questo: si era parlato, prima che delle nozze con Filippo, di un fidanzamento della principessa francese col giovanetto don Carlos, che peraltro non la conosceva; e, venuta a corte, la virtuosa Isabella aveva mostrato sempre cortese benevolenza per quel povero figliastro, il quale, d’altra parte, fidanzato alla cugina Anna d’Austria, verso questa mostrava grande attaccamento.

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In ogni lingua molti poeti, mediocri e grandi, trassero ispirazione alle loro opere dalla leggenda di don Carlos e d’Isabella: tra gli altri Nuñez de Arce, Otway, Gius. Maria Chénier; ma specialmente note sono le opere di Schiller e di Vittorio Alfieri.

Bibl.: Sempre fondamentale l’opera di M. Gachard, Don Carlos et Philippe II, 2ª ed., 2 voll., Bruxelles 1863; cfr. L. von Ranke, Zur Geschichte des don Carlos, in Wiener Jahrbücher, XLVI, Vienna 1829; W. Maurenbrecher, Don Carlos, in Historische Zeitschrift, XI (1864), nuova ed. 1878; F. Montaña, Verdadera luz sobre el reinado de Felipe II, Madrid 1880; M. Buedinger, Don Carlos Haft und Tod, Vienna 1891; S. Bongi, Il principe D. Carlos e la regina Isabella di Spagna secondo i documenti di Lucca, Lucca 1887; E. Levi, Storia poetica di don Carlos, Roma 1914; F. Bonfà, Il principe D. Carlos e la regina Isabella di Spagna secondo i documenti mantovani, in Studi di storia e di critica dedicati a Carlo Falletti, Bologna 1915; Bibl, Der Tod des don Carlos, Vienna 1918; Ch. Bratli, Philippe II roi d’Espagne, trad. francese, Parigi 1912; F. Rachfahl, Don Carlos, 1921; L. von Pastor, Storia dei papi, trad. Mercati, VIII (Pio V), Roma 1924.

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Pubblicato da IL GIORNALE DI ROCAMBOLE

Salvatore Paolo (detto Rocambole) Garufi Tanteri ha insegnato Lettere, Storia dell'Arte, Storia e Filosofia nelle scuole statali del Piemonte, della Liguria, della Campania e della Sicilia. Ha scritto opere di narrativa e teatrali ed è autore di monografie (Vitaliano Brancati, George Orwell, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, Giuseppe Barone, Filippo Paladini).

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