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Sito ufficiale del "Giornale di Rocambole" organo dell'orto tradizionalista "Giovanni e Filippo Garufi" – Militello in Val di Catania (Sicilia), tra l'Etna, il Simeto ed il Mare Jonio

Carrano, Antonio, “Nettuno che rapisce Amimone”, copia di un affresco da Ercolano, Collezione dello “Studio d’Arte Garufi & Garufi”.

Carrano, Antonio, “Nettuno che rapisce Amimone”, copia di un affresco da Ercolano, Collezione dello “Studio d’Arte Garufi & Garufi”.
DCF 1.0

L’affresco risale alla prima metà del I secolo, durante l’età flavia[2] e copriva l’intera parete occidentale del triclinio di
Villa Carmiano, di fronte a quello raffigurante Bacco e Cerere: l’opera venne scoperta durante gli anni sessan
ta del XX secolo, da Libero D’Orsi, il primo a condurre una campagna di scavo nella villa e fu in seguito staccata
dalla sua collocazione originale e conservato all’Antiquarium stabiano per preservarne l’integrità.
L’affresco si divide in tre sezioni, una centrale, dove è posta la raffigurazione principale e due laterali: nella parte
centrale, contornato da disegni di elementi architettonici e su uno sfondo rosso pompeiano, è posto
il mito di Amimone, figlia di Danao, salvata e sedotta da Nettuno, immortalati in un abbraccio dal sapore erotico[3]:
la rappresentazione, oltre ai due protagonisti, presenta numerosi altri personaggi come un cavallo, un uomo voltato
di spalle ed un altro che reca sulle spalle un’anfora; la parte inferiore del quadro è di un azzurro tenue, mentre
quella superiore termina con uno sfondo chiaro, nella quale si intravede un putto che porta un pesce sotto ad
un braccio[2]. Questa raffigurazione era molto in voga tra gli antichi romani e la si ritrova anche nella Casa dei Vet
tii, negli scavi archeologici di Pompei[2]. I due pannelli laterali invece, sempre in rosso e contornati da elementi ar
chitettonici stilizzati e disegni floreali, hanno al centro due figure volanti, tipico delle decorazioni in cui venivano
rappresenti miti dionisiaci: l’affresco principale della stanza era il Trionfo di Dioniso. Interessante la zoccolatura in
giallo, anch’essa tripartita: nella parte centrale è raffigurato un paesaggio marino con pesci, mentre nei due laterali
degli mostri marini in una cornice marrone[2].


  1. Note
  2. ^ Decorazioni parietali, su pompeiisites.org. URL consultato il 14-04-2012 (archiviato dall’url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ Salta a:a b c d In Stabiano – Cultura e archeologia da Stabiae, p. 153.
  4. ^ In Stabiano in Washington, su cerca.unita.it. URL consultato il 14-04-2012 (archiviato dall’url originale il 4 marzo 2016).
  5. Bibliografia

    In Stabiano – Cultura e archeologia da Stabiae, Castellammare di Stabia, Longobardi Editore,
    2006, ISBN 88-8090-126-5.
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Pubblicato da terrazze.info - TERRAZZA "MARIO TORTELLI"

Salvatore Paolo (detto Rocambole) Garufi Tanteri ha insegnato Lettere, Storia dell'Arte, Storia e Filosofia nelle scuole statali del Piemonte, della Liguria, della Campania e della Sicilia. Ha scritto opere di narrativa e teatrali ed è autore di monografie (Vitaliano Brancati, George Orwell, Santo Marino, Sebastiano Guzzone, Giuseppe Barone, Filippo Paladini).

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